Bottesini to Corghi (Milano, 18 Oct 1860)
Carissimo Corghi,

Ho bisogno che tu mi scriva essere in questo momento Torino città poco adatta per Concerti. Il pianista Hermann mi sta seccando l'anima onde mi unisca a lui per tale oggetto, il fare il comodino mi annoja e te ne sarò obbligato infinitamente se con una lettera da far paura mi libererai da tanto peso. Credo di partire fra poche ore per Varese per un Concerto; almeno spero colà far meglio. L'Opera mia si fa continuamente malgrado l'opposizione aperta dai carognosi giornali teatrali fra i quali primeggia quell'asino di Marcello. Lucca pure s'interessa al mantenimento di succeso di stima per tenere in atto quella parranoia roba di Vittor Pisani che già da qualche sera non si può dare per infiammazione di gola della galletti che a forza d'urlare scoppierà alla ribalta. Ricordi non vuol far niente con me; ecco como si trattano i galantuomini che hanno un poco di talente. In mezzo a tante noje non mi manca pur quella della Colletta. Sono in procinto, anzi faccio assolutamente un mutuo colla Cassa di Risparmio sui fondi che posseggo a Crema e pagato che avrò i miei debiti che non son pochi, prendo il manico del mio Contrabasso e do un addio per sempre a questa porca Milano, città svergognata ed asinona, che se m'ha avuto in cielo, io l'ho nemmeno per la cassa de los cojones. Prima di partire definitivamente ti scriverò o verrò a vederti. Il lavorare per gente che non ti comprenderà mai sarebbe una bestialità; in consequenza rinnego Milano per non dire tutta Italia. Quando le cose saranno accomodate e che potrò ritornare alla borra piena (per godermela in pace) forse penserò a lavorare di nuovo. Frattanto scusami la tristezza ma avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno. Noi stiamo bene se non benissimo. Ciao, scrivimi ed ama sempre

Il tuo Aff.mo Amico

Gio. Bottesini
English Translation
Source: Österreichische Nationalbibliothek, Handschriftensammlung, Vienna Autogr.945/81-1
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