Boito to Bottesini
Caro Bottesini,
Ho rubato un'ora di sonno per contentarti.
Son qui, a Genova, che lovoro me un bue all'arato per fare un solco di pių nella mia carriera.
Č annunciata al Politeama di cistė la tua opera e il pubblico genoveze giā l'attende ansiosamente. Eccoti dunque rimesso pomposamente sulle rotaie del teatro, su quelle rotaie cosė ambite e cosė ardue. Sono lieto per te. Sono anche lieto che tu abbia conchiuso col Ricordi un eccellente contratto. Ero e Leandro correranno presto abbracciati attraverso tutti i teatri d'Italia. Tieni per certo l'augurio e continua a volermi bene.
tuo Arrigo Boito1
1. Nella pagina di contro al suddetto originale sta scritto di pugno del Boito una poesia di mediocre valore per un coro da introdursi nel secondo atto dell'Ero e Leandro, ed č preceduto da queste parole: Di questa poesia potrai fare come eti piace, musicarla tutta, oppure la prima stanza e dividerla fra uomini e donne come ti aggrada. A.B.
Dalla premessa - Ho rubato un'ora al sonno per contertarti - e dalle fatte osservazioni appare che fu il Bottesini a richederlo di una poesia per un coro, ma la poesia non venne musicata nč introdotta nell'opera.
Source: Lettera pubblicata da A. Carniti a pag. 59 del volumetto In memoria di G.B., Crema 1921
Published in: Inzaghi: Giovanni Bottesini p150, carteggio 175