Verdi to Bottesin (Genova, 27 Oct 1871)
Caro Bottesini,
Non ti so dire quanto io ti sia grato del gentile pensiero d'avermi inviato un telegramma dopo la prima recita. È una obbligazione che ho di più con te, oltre alle tante per le affettuose cure da te prodigate a questa povera Aida. Ed oltre le premure so del talento da te dimostrato nel dirigerne le prove e l'esecuzione, cosa di cui io non dubitavo punto.
Grazie dunque, mio caro Bottesini, di tutto quello che hai fatto per me in questa circonstanza, e ti prego di porgere i miei più sentiti ringraziamenti a tutti quelli che hanno preso parte all'esecuzione di quest'opera.
Aspetto sempre risposta all'ultima mia. Mi interessava e mi interessa ancora avere notizie esatte particolare dell'effetto dell'ultimo pezzo.
Bada bene io non ti parlo del valore, ma unicamente dell'effetto. Se non mi hai già scritto, scrivimi lungamente su questo e dimmi pure tutta la verità.
Desidero sapere quali sono gli effetti d'orchestra, quali quelli del canto, e soprattutto l'effetto complessivo, ossia quale impressione produsse. Aspeto con ansietà questa tua lettera.
Rinnovando i miei ringraziamenti, e coi saluti della Peppina, mi dico
tuo aff. G. Verdi.
Source: Autografo verdiano alla Biblioteca del Conservatorio di Musica di Milano, pubblicato da A. Carniti nel volumetto In memoria di G.B., Crema 1921, pag. 38. Lettera pubblicata per la prima volta da Teodoro Constantini in Sei lettere inedite di Giuseppe Verdi a Giovanni Bottesini per le feste centenarie del Regio Conservatorio Giuseppe Verdi, Milano 1908, Edizioni C. Schimdl & Co., Trieste
Published in: Inzaghi: Giovanni Bottesini p135, carteggio 90